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Bartender vs AI

Nonsolococktails sfida l’intelligenza artificiale a colpi di shaker e bar spoon: l’arte del bartender non si può imitare.

Nella scuola di Mattia Pastori un focus group ha dimostrato che la tecnologia Open AI può essere un valido alleato per i professionisti del bere miscelato, ma non potrà mai sostituire la relazione fondamentale tra barman e cliente.

È il 1982 quando nelle sale cinematografiche esce Blade Runner, epico film di Ridley Scott ambientato in una distopica Los Angeles nel 2019 e racconta un mondo popolato da androidi dotati di intelligenza artificiale. Qualche anno più tardi il mondo reale incontra le predizioni fantascientifiche del regista con la nascita di ChatGPT (2022), il programma che consente di dialogare in tempo reale con l’AI per rispondere a qualsiasi quesito: dalla creazione di una ricetta a una ricerca universitaria fino alla scrittura di un verso poetico.

Una rivoluzione che ha penetrato qualsiasi ambito professionale grazie alle molteplici funzioni di questa innovativa Open AI e rilancia uno storico interrogativo: la tecnologia e l’innovazione scientifica sono una minaccia per gli esseri umani? Vincerà la macchina, la mente dell’uomo o è possibile sviluppare una relazione complementare di mutuo soccorso?

Mattia Pastori di Nonsolococktails, ha deciso di approfondire la dinamica sull’uso dell’AI nel mondo della mixology e mettere a confronto durante un focus group la creatività di ChatGPT con quella di un professionista del bere, per analizzare la dicotomia uomo-macchina e sfidare gli ospiti stampa dell’evento a scoprire cosa deriva dalla mente umana e cosa invece è frutto di una mente artificiale.

“Abbiamo voluto realizzare questo focus group perché, in quanto specialisti dell’ospitalità, non potevamo ignorare un macro argomento come l’utilizzo dell’intelligenza artificiale nel nostro lavoro.” spiega Mattia Pastori. “L’applicazione è interessante e offre diversi spunti di riflessione. Sicuramente può essere un valido aiuto per chi soffre di ”ansia da foglio bianco”, perché partendo da un tema o da un suggerimento di ricettazione l’AI offre un primo spunto. Ma solo la mano e la mente di un bartender possono rendere interessante e originale una creazione: ChatGPT non dispone di skills tecniche e della capacità di analisi sull’intero scenario di riferimento. E ciò che è ancora più importante, la macchina non potrà mai sostituire il legame fondamentale che si crea fra il barman e il suo cliente, la capacità di interpretare i suoi gusti, le sue aspettative e le sue abitudini miscelandole nel cocktail perfetto per ogni interlocutore.”

Focus Group: sfida tra bartender e intelligenza artificiale

Giovedì 13 luglio, presso lo spazio di Nonsolococktails a Milano, si è svolto un focus group dedicato ad approfondire un dibattito che quotidianamente presiede i trend topic, quello sull’AI e le sue ipotetiche modalità di utilizzo, analizzando in questo caso l’ambito della mixology. È stata infatti lanciata una sfida tra ChatGPT e bartender, con la partecipazione speciale di Andrea Maugeri, Bar Manager dell’esclusivo 10_11 (ten eleven), casual dining del nuovo hotel – destinazione Portrait Milano, di proprietà della Famiglia Ferragamo.

All’evento presenti alcuni ospiti stampa del settore food & beverage, che hanno preso parte all’esperimento e degustato le diverse creazioni realizzate.

Gli ospiti sono stati suddivisi in 3 gruppi, ognuno dei quali aveva a disposizione 4 urne dove pescare altrettante parole ispirate ad aspetti rappresentativi di un cocktail, ovvero:

  • Tasso alcolometrico
  • Gusto
  • Tema/contesto
  • Categoria/dose di servizio

Attraverso le 4 parole estratte il gruppo ha poi composto una frase da sottoporre a ChatGPT con la richiesta di crearne una ricetta cocktail. L’output è stato infine elaborato seguendo due differenti strade: la prima con una preparazione letterale delle indicazioni dell’AI e la seconda attraverso una rivisitazione creativa del Bar Manager Andrea Maugeri, che ha aggiunto il suo tocco personale rispetto alle guidelines ricevute.

Ecco i tre drink oggetto del focus group e le due opzioni di realizzazione.

Esperimento 1: Ispirazione vintage al gusto umami

Parole estratte: Cocktail vintage, dal gusto umami, servito in coppa Martini, analcolico.

Output ChatGPT

Un cocktail vintage dal gusto umami servito in coppa Martini analcolico potrebbe essere un’opzione come il “Virgin Mary Martini” che combina il sapore umami del pomodoro con ingredienti alcolici come succo di pomodoro, succo di limone, salsa Worcestershire, salsa di peperoncino e condimenti vari.

Ricetta ChatGPT:
90 ml di succo di pomodoro
15 ml di succo di limone fresco
1 cucchiaino di salsa Worcestershire
1 cucchiaino di salsa di peperoncino
Sale e pepe q.b. per condire
Cubetti di ghiaccio

Puoi mescolare tutti gli ingredienti in uno shaker con ghiaccio e quindi versare il cocktail in una coppa Martini. Guarnisci a piacere con una fetta di limone o un gambo di sedano.

Ricetta Bar Manager Andrea Maugeri:

2,5 cl succo di pomodoro
1 cl aceto di mele
1,5 cl zucchero
5 foglie basilico
Pepe

Considerazioni finali
La richiesta di realizzare un cocktail vintage con sapore umami, ha spinto sia AI che bartender nella direzione di realizzare esperimenti sul Virgin Bloody Mary, cocktail dall’aura leggendaria con protagonista il succo di pomodoro. Una ricetta che non incontra facilmente il gusto del grande pubblico e anche questo focus group non ha fatto eccezione: il drink non è riuscito a conquistare il palato della stampa presente. Tra le due proposte però ha vinto la versione firmata da Andrea Maugeri, ispirata a una sorta di “pizza liquida”, che è stata giudicata di maggior complessità e ricercatezza, grazie all’aggiunta del fattore umano che ha saputo stemperare l’acidità del pomodoro e regalare equilibrio al risultato finale.

Esperimento 2: Variazioni sul Daiquiri

Parole estratte: Cocktail tropicale, fruttato, che si ispira al Daiquiri, alcolico

Output ChatGPT

Un’opzione tropicale fruttata che si ispira al Daiquiri alcolico potrebbe essere un “Mango Daiquiri”. È fatto con rum bianco, succo di mango fresco, succo di lime e un tocco di sciroppo di zucchero per addolcire. Puoi anche aggiungere ghiaccio e frullare il tutto per ottenere una consistenza più fresca e cremosa.

Ricetta ChatGPT:

60 ml di rum bianco
60 ml di succo di mango fresco
Succo di 1 lime (circa 30 ml di succo di lime)
15 ml di sciroppo di zucchero
Ghiaccio

Ricetta Bar Manager Andrea Maugeri:
4 cl Rum bianco
2 sciroppo di maracuja
2,5 cl lime
1 cl zenzero

Considerazioni finali
Radici cubane, appeal internazionale: il Daiquiri è stato il protagonista del secondo round tra intelligenza artificiale e bartender. L’impatto visivo dei cocktail realizzati da AI e Maugeri è risultata molto simile, di conseguenza la prima osservazione è che entrambe le creatività hanno lavorato seguendo le vibrazioni tropicali di questa preparazione, seppur con tecniche diverse: l’intelligenza artificiale ha proposto un frozen daiquiri con mango, mentre il bartender ha preferito la miscelazione shakerata, dato che l’opzione frozen non è trend attuale nel mondo mixology. Concludendo, anche in questo caso ciò che ha reso diversi i drink è la mente dell’uomo e la sua capacità di analisi del settore, attraverso la presentazione di un cocktail più contemporaneo sia a livello estetico che di gusto.

Ricetta 3: Margarita Made in Italy

Parole estratte: Cocktail Made in Italy, speziato, superalcolico, Margarita.

Output ChatGPT

Ecco una ricetta per un cocktail Made in Italy, speziato, super alcolico, servito in un bicchiere Margarita:

Nome del cocktail: Italiano Speziato Margarita.

Ricetta ChatGPT:

45 ml di grappa
30 ml di liquore al caffè
15 ml di liquore alla vaniglia
15 ml di succo di limone
15 ml di sciroppo di zucchero (o a gusto)
1 cucchiaino di cannella in polvere
Ghiaccio
Fetta di arancia o scorza di limone per guarnire

Ricetta Bar Manager Andrea Maugeri:

1,5 cl Tequila
1,5 cl Aperol
1,5 cl Liquore Strega
1,5 cl Crema di Mezcal
20 cl succo di lime

Considerazioni finali
Le latitudini tropicali incontrano i profumi tricolore. Il brief del terzo cocktail oggetto di sfida è stato un Margarita speziato d’ispirazione Made in Italy. Un input molto originale che ha portato alla realizzazione di altrettanto curiosi twist su questo classico dal dna messicano. Entrambi gli “sfidanti”, uomo e macchina, hanno lavorato sulla variazione della ricetta inserendo ingredienti simbolo di italianità nel mondo: la proposta di ChatGPT è stata un mix di grappa, caffè e liquore alla vaniglia; mentre Andrea Maugeri ha optato per una variazione più raffinata con tequila, mezcal, l’italianissimo Aperol, la nota erbacea del Liquore Strega e succo di lime. Anche a livello estetico, il bartender ha scelto una coppa diversa e più contemporanea rispetto alla classica forma a y, ormai superata nell’attuale servizio al bar.

Analisi finale

“La differenza tra le preparazioni realizzate durante il focus group è data dal cuore del bartender” Andrea Maugeri, Bar Manager

Partendo da questa affermazione di Andrea Maugeri, special guest dell’esperimento, si possono evincere le prime considerazioni su ciò che rende diverso il metodo di lavoro tra ChatGPT e un professionista del bere, ovvero la tecnica, l’esperienza sul campo, la passione e la capacità di analisi di molteplici aspetti da considerare durante la preparazione di un drink, come l’orario di servizio, i gusti del cliente, i trend di settore e l’evoluzione del gusto.

Ciò che invece è emerso di positivo sull’uso di ChatGPT a servizio del mondo mixology è la sua netta superiorità rispetto a una ricerca standard su Google, grazie alla sua capacità di assemblare informazioni da molteplici fonti in contemporanea e di deliverare output sempre più specifici in base alle richieste, cosa che la rende un ottimo alleato per avere suggerimenti di preparazione partendo da un determinato topic. Da quel punto in poi sta alla sensibilità e alla creatività del mixologist compiere gli step successivi per realizzare un cocktail di qualità e ricercato.

L’intelligenza artificiale infatti agisce molto bene sul fornire informazioni di base, offre una sorta di tavolozza di colori che deve poi trovare il suo senso espressivo attraverso l’estro del professionista.

Ma anche qualora l’AI dovesse compiere passi da gigante negli anni a venire e proporre ricette più sofisticate e in linea con i trend, ciò che non potrà mai sostituire è la relazione, quel legame unico che si forma tra il barman e il suo cliente, la capacità di interpretare umori, desideri e aspettative attraverso pozioni magiche sotto forma di signature drink, che allietano i momenti trascorsi al bancone del bar.

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