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Giulia Cuccurullo, Bar Manager dell’Artesian Bar di Londra

Da Londra abbiamo intervistato Giulia Cuccurullo, dopo un webinar online tenuto per la Scuola di Nonsolococktails.

Se dico COCKTAIL, qual è la prima sensazione o immagine che Le viene in mente?
Qualcosa di semplice, pulito e in coppetta, un bamboo.

Dal punto di vista professionale e/o personale, che legame ha con il mondo della mixology? Ci racconta qualcosa di sè e della sua professione?
Vivo a Londra dove lavoro nella splendida cornice che è l’Artesian Bar all’interno del Langham, London. Sono l’head bartender di un gruppo di ragazzi con la voglia di dare un bel servizio con grandi cocktails. Il mio legame con il mondo della mixology è particolare: il mio style è quello efforteless, dove i drinks possono essere complicati nella preparazione (se è necessario a raggiungere un certo risultato), ma semplici nell’esposizione.

Quando ha bevuto il suo primo drink e quale drink era? Che ricordo ha di quel momento?
È passato troppo tempo per ricordarlo. Più che altro ora ricordo alcuni drinks magari fatti dalle mani di chi li ha inventati, come il Tommy’s Margarita da Julio Bermejo o l’Espresso Martini da Dick Bradsell. E ho ricordi belli, legati a chiacchiere divertenti, più che chiacchiere sul bar.

Tra 20 anni, come immagina saranno i cocktails e la mixology?
Immagino che non ci sarà molta differenza, le tecniche si affineranno, come sta succedendo ora e magari ci sarà più interazione con il food.

Se lei fosse un cocktail, quale sceglierebbe per descriversi?
Un Americano, fresco e leggero, con una nota bitter e una dolce.

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